personale fotografica di Alessandro Congiu
a cura di Alice Deledda
Cosa proviamo quando mangiamo qualcosa che ci piace? E se proprio in quel momento qualcuno ci guardasse? Si insinua il timore che trasforma l’atto naturale in una esperienza quasi esibizionistica. Mangiare, un gesto di vitale importanza, diventa così un’espressione di vulnerabilità, un’esposizione di sé che trascende la semplice funzione biologica.
Il piacere provato non si spiega soltanto con le reazioni chimiche della dopamina e della serotonina perché tocca corde emotive e sensoriali molto più profonde e intime, che quando vengono esposte sotto lo sguardo altrui creano un disagio tangibile. In quei momenti riveliamo una parte di noi stessi tanto autentica quanto fragile, mostrandoci in un certo senso “nudi”.
Con diciotto scatti – un numero non casuale, che rimanda al suggerimento di masticare ogni boccone diciotto volte – il visual designer Alessandro Congiu esplora questo sottile rapporto tra piacere e imbarazzo. Nei volti e nei gesti del percorso fotografico, le persone sono catturate nel loro momento più autentico, disvelando una intimità profonda.
Congiu, con la sua esperienza tanto in cucina quanto in fotografia, ritrae amici e sconosciuti nell’atto di mangiare indagando sull’interrogativo “perché ci imbarazziamo quando qualcuno ci guarda mangiare?” e rivolge la stessa domanda agli spettatori, che diventano complici questa ricerca.
con musichini by Gianni
e con la preziosa collaborazione di Sa Scolla
fino al 22 settembre 2024